giovedì 29 maggio 2014

Sad Pri

Mi prende un pizzico di malinconia... Oddio, un pizzicone a dire il vero. 
Ritrovarmi di nuovo qui mi fa sentire come se non fosse passato che qualche giorno da che ho smesso di scrivere, non due anni e mezzo. 
Non so esattamente cosa mi aspettavo di trovare tornando qui... ma di sicuro non pensavo di trovare una sfilza di blog chiusi. Finora, quasi tutte le mie vecchie conoscenze che ho cercato, non ci sono più. 
Mi mette una tristezza...
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martedì 27 maggio 2014

Pannolina che vai...

... cambiamento che trovi. 
Una delle domande più frequenti che mi fanno amici e conoscenti da quando sono diventata mamma è: "
Allora com'è?".
Comevuoichesia? vorrei tanto rispondergli. 
Segue a ruota: "Cosa è cambiato da quando c'è la Pannolina?"
Da dove comincio?
Fondamentalmente tutto, tutto. La casa, in primis. 
... no, un cazzo, il mio corpo in superprimis. 
La pancia. Non che prima sfoggiassi un ventre Activia Style come la Marcuzzi, ma trattenendo discretamente il fiato e contraendo gli addominali era un qualcosa di dignitoso. 
Le tette. Rivoglio-le mie-tette. Ci si guadagna una misura di solito, come minimo. Ma non ne sentivo la necessità. E invece... E invece. 
E naturalmente non sono più le tue tette. Diventano un milk pub aperto 24/7. E devi pure rifornire prontamente le scorte di latte alla spina, che se no la clientela sì lamenta. 
Gli occhi: non ci vedo più 'na cippa, entrando in casa dei miei genitori ho trovato mio padre con un suo collega e l'ho salutato con un "ciao mamma". Il collega. 
La patata. Non scendo in particolari truculenti, ma mi sento tanto vergine. 
Poi sta cosa che finché si allatta non si può strafare con diete etc... Altro che prova costume, quest'estate il solo costume che mi concederò sarà quello di carnevale. Possibilmente da George Pig, fratello di Peppa, che la Pannolina ama alla follia. 
Il Topo invece lo vestiamo da dinosauro di George. 
Tanto l'anno scorso si è vestito da Puffo, e non crediate che stia scherzando. 
È cambiata casa dicevo, che per adattarsi all'arrivo di un fagottino è stata rivoluzionata. Stanzina liberata, tinteggiata e decorata, arredata. Mobilia varia ed eventuale nel resto dell'appartamento spostata per rendere questo bugigattolo a prova di Pannolina. E ancora dobbiamo finire, anche se di questo passo ci darà una mano lei la sera quando rientra dal lavoro. 
Sono cambiate le giornate, le abitudini. Puoi mettere tutti i paletti che vuoi, passare ore ad illustrare al tuo uomo come procederete con la gestione del nuovo arrivo quando verrà alla luce. Cazzate. Non sarà mai come pensavi. 
"No no, come viene a casa dall'ospedale subito in camera sua!" diventa I primi 8 giorni ha dormito in carrozzina ovunque fossi tu, dalla cucina alla camera da letto al garage. Poi l'hai messa nel lettino, in camera tua, tentando di quando in quando di farla dormire nel lettone, non fosse che quando l'appoggi strilla al punto da invogliare i vicini ed i gatti a fare una segnalazione al Telefono Azzurro. 
Faccio senza dire che dorme ancora in camera nostra. 
"Ma il biberon è tanto comodo!" diventa "Vabbè quasi quasi l'allatto".
"Col cazzo che sto tutto il giorno con le tette di fuori, le si danno degli orari!" equivarrà a "La maglietta me la infilo o no, che tanto tra 10 minuti sarà ancora attaccata?".
Ed infine il convintissimo "Ah! Appena finita la maternità obbligatoria torno a lavorare, che servono i soldi e voglio staccare un po' la spina durante la giornata", che si è tramutato in "Amore, penso che darò le dimissioni e ci faremo un mazzo tanto finché non avrò trovato un altro lavoro".
Sono tante cose, bisogna adattarsi, lasciarsi plasmare da una piccola führer che dall'oggi al domani ti entra in casa e detta legge. Accettare, accogliere... Diventare genitore è questo e molto altro ancora... Ma va bene così.
Poi quando cresce facciamo i conti. 
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lunedì 26 maggio 2014

Riflettendoci su

Devo riprendere il ritmo con questo blog. Mica è facile dopo tutto questo tempo! Rileggendolo, due cose mi saltano agli occhi: 
. C'ero dentro da matti, roba da posting freak. 
. Ero un po' cojona. 
. Avevo seri problemi comportamentali. 
Che? Sono tre? Evabbè. 
Di post in post apprezzerete quale cambiamento la maternità abbia operato. Del resto si sa, una mamma deve essere seria, amorevole ed affettuosa e con tutte le rotelle apposto. 
Ed io non faccio eccezione. 
E no, non fate il Romolo Prince della situazione con un "macheccaaazzz".
Tornando a noi, spero di avere la forza (d'animo e nelle dita) per portarlo avanti, per poter per la prima volta in vita mia concludere qualcosa, non mollare a metà o prima ancora un qualsivoglia progetto. 
Certo, avrò un bel daffare, tra la Pannolina e il nuovo lavoro da cercare (quando mi sarò licenziata), ma approfittando dei rari momenti di relax, pourquoi pas, che almeno mi sfogo?
Poi potrei metterci una settimana a scrivere un post miserrimo: questo l'ho cominciato stamattina nella sala d'attesa della pediatra, mentre la Pannolina se la dormiva beatamente (per quale legge cosmica a casa non dormi mai???), l'ho proseguito svaccata sul divano mentre lei mi illudeva di pisolare nel suo lettino, mentre pranzavo coi Grancereale, salvo poi cadere in catalessi col mento sulle tette e la testa che faceva un angolo retto col collo.
Lo termino (spero) adesso che se la spupazza il Topo. 
I post degli anni passati raccontano davvero un pezzetto di me. Non tanto per cosa c'è scritto, quanto per come. 
Ho 3 anni più di allora eppure non mi sembra passato un giorno. Ma quella spensieratezza me la sogno... Così come mi sogno anche le mie giornate placide ed edonistiche, le sveglie del sabato alle 11, le nottate alcoliche e il tacco 12.
C'est la vie. 
Considerata l'indipendenza dei giovani oggigiorno, a 41 anni potrò di nuovo poltrire nel letto con un libro in mano fino a pomeriggio inoltrato, prendermi una giornata solo per me fanculizzando tutti, e sfondarmi di superalcolici finendo col tornare a casa gattonando, con le scarpe in mano e tentando di aprire la cassetta della posta anziché il cancello.
Magari anche prima eh.
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mercoledì 21 maggio 2014

Nel frattempo...

E niente, poi succede che una sera sei al saggio di musica di tuo fratello undicenne, circondata da bimbi malefici tra cui uno che ti passa davanti e ti indica con sguardo truce (mancava solo il gesto col pollice che scorre sotto la gola), e ti viene... oh se ti viene quel dubbio atroce. Perché non è normale quel dolore alle tette che va avanti da tutta la settimana. Perché non si può che quando scendi le scale te le devi tenere in mano che se no vedi le stelle, con somma soddisfazione dell'inquilino del piano di sopra che ti fa le poste all'ingresso per incrociarti e beccarti in atteggiamenti pseudo pornografici. Vagliela a spiegare... E la mattina dopo, lo fai. Oh se lo fai. Fai pipì su quel bastoncino di plastica, che per essere sicura di beccarlo disegni l'alfabeto tenendolo in mano, non si sa mai che non lo bagni abbastanza. E lo appoggi sul termosifone e quasi quasi torno a letto, tantoènegativo.
Ma anche no.
In quel momento è arrivata la scimmietta con la casacca rossa della banda e i piatto in mano, ed ha cominciato a sbattermeli sonoramente ai lati della testa. Muy bien.
Nel frattempo il Topo che arriva assonnato in bagno e sbiascica un "E alloryaaaawn?" - "..." Sollevi lo stick preoccupandoti di rassicurarlo che non si bagnerà le mani, ché è asciutto, tutto pur di prendere tempo.
Era sabato mattina.
Ne ho rifatto un altro la domenica, per sicurezza.
Un altro lunedì sera.
L'ultimo martedì pomeriggio.
Ma non ci ho creduto finché non ho fatto le analisi del sangue. Tre volte.
E ormai ero alla fine del secondo mese...
Riprendo questo blog dopo tanto. Era già cambiato il titolo, e nel frattempo sono cambiata anch'io.
L'ho aperto che ero una giovin precaria con una profonda avversione nei confronti dei promoter (non me ne vogliate), sono diventata una delle poche persone con un lavoro fisso (ebbene sì!), e lo riapro che sono una lavoratrice in maternità, e prima ancora di questo una mamma. Una mamma che da qui a 6 mesi diventerà disoccupata. Con una profonda avversione nei confronti dei promoter.
Stay tuned, che ci sarà da ridere.
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