giovedì 17 novembre 2011

Giveaway - l'estrazione. ECCELABBIAMOFATTA.

Non mi sembra vero aver risolto la questione nel giro di un'oretta e poco più!
Ho cercato e trovato un programma che mi permettesse di ridurre le dimensioni del video, anzi, dei video (che messi insieme raggiungevano il poco ragionevole peso di oltre 1giga), li ho assemblati, abbelliti (più o meno) con qualche scritta funzionale (perché ne avrete bisogno, mi ringrazierete), salvati.
Ed eccoci!
Non c'è molto da dire, vi lascio all'estrazione!


Ecco, in effetti qualcosa da dire c'è... dovrò concludere e pubblicare questo post a casa, perché non ho fotografato i premi. Molto tipico.
Descriverli non rende... l'occhio deve vedere.

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A-rieccoci, stavolta dal pc domestico, che ha rischiato di farmi venire un colpo perché non si accendeva più. Ero già pronta a sfogare la mia frustrazione tirando due scopate al soffitto per far intuire a quelli di sopra che mi stanno alquanto irritando col loro continuo spostare mobili, quando, alleluja, si è ripreso.

Ecco finalmente i premi.

3° premio, per Iris.
Un aspirapolvere porta-cd. Per sentirci donne anche mentre ascoltiamo musica.

All'interno anche una coppia di chiavi per chiudere l'aspirapolvere.
Chissà che non possa avere anche funzioni più utili...
2° premio, vinto da Imperfect Wife!

Set da bagno t-rex.
Nell'ordine, da sinistra a destra, spruzzino doccia, porta spazzolini, porta asciugamani.

Adoro il porta asciugamani, questo t-rexino tozzo tozzo
con le manine che reggono l'anello di plastica...

Ed infine... il 1° premio vinto da Secondo Binario.
Lui, il solo ed unico...



E so che per Handy non servono parole.
Del resto, da me, che vi potevate aspettare?

Ora non mi resta che contattare i vincitori, farmi mandare il loro indirizzo, e spedire il bottino.
Ringrazio i miei fedeli collaboratori, il Topo, che mi ha aiutata a recuperare i felini, e naturalmente voi, che avete avuto tanta pazienza. Giuro, vi avrei premiati tutti, uno ad uno.
Ah ma non temete, arriverà un nuovo Giveaway, molto molto presto...

Sono io, o anche a voi questa più che come una promessa, suona come una minaccia..?
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Giveaway - l'estrazione. Parte prima di speroancorapoche.


Insomma, non me ne va dritta una.
Ho passato nonsoquantotempo ieri a dedicarmi all'estrazione dei vincitori del giveaway.
Ho messo un sottofondo musicale adeguato, ho preparato i bigliettini con tutti i nomi dei partecipanti, ho impugnato la macchina fotografica e ripreso ogni fase, dall'inizio alla fine, e non senza difficoltà.
Poi capirete.
E vedrete.
... E sentirete, che è stato un casino tale che ero isterica, con la ridarola, e col culo per terra, e non in senso figurato.
Niente, tolgo la memory card, la inserisco nel vano apposito del portatile, scarico i vari spezzoni di video, stando bene attenta a non inserire per errore quelli sbagliati, che si concludono con un imbarazzante agglomerato di papere e sfondoni vari. Questo specie nella fase conclusiva.
Assemblo il video, lo orno di diapositive e quant'altro per renderlo carino... cazzo, pesa una tonnellata.
Ma roba che nemmeno riuscivo a guardarlo!
Siccome sappiamo che sono diversamente fortunata, c'era da aspettarselo.
Così passerò la pausa pranzo di oggi a cercare qualche programma per ridurre i singoli spezzoni, e renderli qualitativamente umani. Non voglio ridurmi a proiettare il video sulla tv di casa e filmare lo schermo col cellulare, per pubblicare quest'ultimo filmato sul blog.
Urge trovare una soluzione.
Naturalmente sono stati svelati vincitori e premi.
Ma mica vi dico niente.
Soffrirete con me fino all'ultimo, che abbiamo lavorato in cinque per deliziarvi con questa premiazione.
Ed ho già detto tutto.
Prometto che cercherò di fare in fretta...

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martedì 8 novembre 2011

Com'è che si dice? Chi ben comincia...

Nessuna novità sul fronte lavoro, se non che sono il solo essere pensante.
Nel senso che oltre a me ed i titolari non c'è un'anima, mi tengono compagnia i miei fedelissimi 10 gradi, che mi mantengono fresca e giovane. Quando si vive in ibernazione perenne, del resto, qualche vantaggio bisognerà pur trovarlo, ed il mio è che sto ritardando la comparsa delle prime rughe con un'efficacia tale che manco la crema notte quadrupla azione con acido ialuronico - caffeina - proteine della frutta - Dottor Bollore di Grey's Anatomy con siringa di botulino pronto uso.
Quindi anche i miei propositi di tendere un agguato a Mer(d)aviglia ed avere un contratto seppur misero da firmare vanno su per i pali, a meno di non inviare a cadenza regolare mail minatorie al commercialista.
La settimana (breve) di lavoro passata, mi ha talmente spompata che non parlavo più.
No, sul serio! Il che, per chi mi conosce, è un segnale d'allarme.
Persino venerdì sera, a cena col Topo, non ho quasi proferito parola (quasi perché io ci ho provato a lanciargli occhiate eloquenti intimandogli telepaticamente di ordinare anche per me, ma lui non ha colto, ed ho dovuto articolare qualche vocabolo - facendomi con tutta probabilità scambiare per una sociopatica con problemi di linguaggio).
Mi sono limitata ad ascoltare le conversazioni degli altri tavoli.
Cioè, di UN altro tavolo, visto il volume.
Pensavo fossero due uomini (uno lo vedevo con la coda dell'occhio, o forse era anche fuori dal mio campo visivo, ma era talmente armadiesco che ci entrava comunque), l'altro lo udivo.
Poi ho sentito il vocione chiamare l'armadietto (che chiameremo Pancrazio) "amore" e, visto l'improponibile quantitativo di bestemmie uscite dall'antro orale di quest'ultimo, ho deliberato che trattasi di donna, probabilmente di mezz'età, secca e rachitica e particolarmente avvezza ad avere elementi di forma cilinrica tra le labbra.
E sul fatto che stiamo parlando di sigarette non ci sono dubbi, nè?
Niente, questa raccontava che quel pomeriggio aveva portato Francesco (ma dai, ha un figlio?) a fare la toeletta (mh, mi sa che no), poi ha ipernutrito le tartarughe, e siccome le rimaneva tempo ha pensato bene di rompere le balle non a uno, non a due, bensì a tre idraulici. Che, dal suo discreto ed assolutamente non udibile resoconto, pare si siano limitati a citofonare a pregarla di affacciarsi al balcone, tanto era l'entusiasmo di salire e fungere da dessert per le tartarughe.
E niente, se la rideva pure. Una risata così cristallina che quelli del tavolo a fianco hanno deciso di prenderlo al banco, il caffé.
In tutto questo, Pancrazio, si limitava a qualche segno di assenso con la testa, buttando qui e là qualche bestemmia per indicare quanto ciò che sentisse lo stesse catturando.
Al nostro tavolo, mangiavamo in silenzio, ed io mi limitvaco a scuotere involontariamente la testa, col cameriere che avvalorava ancor di più la sua idea che io avessi seri problemi comportamentali.
Vi risparmierò di quando lei ha preso ad elencare la lettera corrispondente ad ogni sezione e classe che avesse frequentato, dall'asilo alle superiori, argomento che ha destato in Pancrazio un interesse quasi imbarazzante.
Interesse che si è manifestato in tutta la sua delicatezza, quando lei gli ha girato la domanda, e lui ha risposto con un rutto (involontario) ed una bestemmia (perché gli è scappato un rutto ed ha rischiato di fare la figura del burino).
L'apice della conversazione l'abbiamo ragginto quando lei ha iniziato a sussurrare (quindi ho potuto smettere di tapparmi l'orecchio destro e godermi un volume che rasentasse appena gli ultrasuoni) a Pancrazio quello che credo fosse il programma per il dopocena.
Diceva pressapoco così:
"Sì ma poi guarda di durare almeno 8-10 minuti, mica che ti metti lì, un-due-tre e 'Ho fatto, ho fatto!', eh!"
Ho sperato con tutto il mio cuore che non stesse parlando di quello a cui ho pensato.
Del resto, in queste situazioni, finisci per affezionarti, no? E Pancrazio era un tenerissimo orsottobestemmiotto.
Mentre formulavo questo pensiero, mi sono persa l'inizio di una conversazione (che sarebbe più appropriato definire monologo, ma tant'è) nella quale lei illustrava tutti i benefici e l'alto tasso erotico dell'uso di un mattarello sulla schiena nei momenti di intimità.
Già me li vedevo, Pancrazio steso prono, con questa qui vestita in latex a cavalcioni della sulla schiena a tirargli mazzate tra le bestemmie di lui.
"Ma sììì, vuoi mettere che bello? Con un po' di olio di mandorle..."
"... e farina... uova..."
le uniche parole normali che ho sentito uscire dalla bocca di Pancrazio.
A questo punto il Topo ha reclamato la mia attenzione, distogliendomi da questo sexy preludio eroticulinario, ed invitandomi a guardare un gruppetto di quattro giapponesi, due ragazzi e due ragazze, impegnati a scattarsi foto alle prese con le bacchette (dimenticavo di dirvi che eravamo a cena in un ristorante giapponese). Avete presente, no, quelle mossette che fanno loro davanti ad un obiettivo fotografico... segni di vittoria con indice e medio sollevati a "V" e bacchette a simulare l'atto di cibarsi, bacchette usate a mo' di katana per sfondare la giugulare dell'amica - barra - fidanzata, bacchette nel nas... ah no, forse questo non era fatto a fini fotografici.
E insomma, tutti carini carini, bacchette di qua bacchette di là, quando la cameriera ha portato loro i piatti le hanno chiesto quattro forchette.
Quando ci siamo alzati per andarcene, Pancrazio&compagna stavano ancora allegramente conversando, ma non ho colto il senso del discorso, perchè sono rimasta sconcertata dall'aspetto di lei, che era l'opposto di come me l'ero immaginata per tutta la nostra permanenza, e soprattutto... avrà avuto vent'anni sì e no.
Ci hanno raggiunti poco dopo alla cassa, e nell'uscire, ho notato che lui mi seguiva con lo sguardo. L'ho guardato, ed ho scorto nei suoi occhi un lampo di disperazione (ed invidia nei confronti del Topo, visto quanto poco ho parlato io).
Pover'uomo.

Concludo questo post oggi, che è martedì, che ieri ho faticato a trovare il tempo persino per respirare, versando ettolitri di sudore (metaforico, che qui senza giaccone non si resiste) e succhi gastrici. Questa gente irriterebbe pure un monaco zen.
Se oggi non mi lasciano lavorare seguendo ragionamenti umani, mi sa che affondo l'intera dentatura nel collo di qualcuno.
O di qualchedue.
O anche di più.
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giovedì 3 novembre 2011

Mi sono fregata - di nuovo

Bentornati su queste pagine.
Oh! Ma è anche scaduto il giveaway!
A breve l'estrazione, promesso. Che voglio farla a modo mio, il che è tutto un dire...
Come dicevo in un post di una decina di giorni fa (che non vi sarà difficile trovare in quanto è l'ultimo pubblicato prima di questo), non lo so perché stare a casa blocchi totalmente la mia vena scrittrice e ciarliera. Sempre stato un mistero... Mica che non avessi voglia eh, non sia mai! 
Sarà che sono stata fagocitata in un vortice di annunci di lavoro, rapita da un promoter, sedata da un agente immobiliare e picchiata da un vigile con un Folletto. 
L'aspirapolvere, mica un folletto folletto, ci mancano solo le allucinazioni oltre a questi voli pindarici (nei quali evidentemente atterro di testa). 
Tutto questo per farvi ragionare sul fatto che, se sono qui a scrivere... sono in ufficio. 
Nel mio vecchio ufficio, purtoppo, non avendo trovato un lavoro alternativo ed essendo stata costretta a piazzarmi davanti alla porta dello zoo, in ginocchio vestita di stracci con un Cicciobello in braccio a simulare un neonato ed un cartello recante la scritta "Devo pagare l'affitto/nutrire i miei gatti/comprare un biglietto di sola andata per il Congo per potervi finalmente fanculizzare tutti". 
>No, vabbè, diciamo le cose come stanno, mi ha telefonato la MF sabato sera alle 21.52 per chiedermi di tornare, che "Abbiamo trovato una soluzione per riassumerti per un po'". 
Che dovevo fare..? 
Dopo un mese comodo che non lavoro e otto mail che gradualmente sono passate dal supplichevole alla minaccia di morte al Direttore del personale di Tecnocasa, ho deciso di tornare, con il proposito di passare la pausa pranzo ed ogni momento libero a cercare lavoro. 
... Ecco, infatti. 
Volevano farmi tornare lunedì, "Noi facciamo tutti il ponte, ma se vuoi portarti avanti ti facciamo trovare aperto". Guarda, facciamo che maancheno. 
E da ieri sono qui che mi godo quella familiare sensazione di ansia, fretta, e desiderio di impalare sanguinosamente il primo che stravolge tutto ciò che si era fino a quel momento stabilito, che sono da sola e non c'ho tempo. Porcamiseria, sono sempre così, procedono come i salmoni, in risalita, in direzione contraria rispetto a quella, intelligente, che invece seguono le persone prive di turbe mentali. 
Ho ritrovato tutti gli amorevoli colleghi, simpatici e non. Però, sapete, dopo tutto questo riposo sono vispa come un galletto marzolino, ed anche la tolleranza nei loro confronti ne esce rigenerata. 
Almeno per una buona mezzora. 
Ho seriamente vacillato nel momento in cui mi si è parata davanti l'IdA (Impiegata dell'A(n)no, do you remember?), grande maestra leccaglutei. 
"OOOOH, ciao PRIII!" 
"*cenno del capo autopizzicandomi una guancia al fine di incurvare la bocca in una parvenza di sorriso, più simile ad una colica che altro* Ciao" 
(lei) "..." 
(io) "..." 
(lei - evidentemente ansiosa di togliersi dal mio campo visivo) "..." 
(io - stronza fino alla fine) "..." 
(lei) "Ma che bello VEDERTI!" 
Pensa che bello sentirmi, me e gli insulti che ti tirerò a breve. 
"Quanto tempo, eh?" Le tiro una lieve e simpatica gomitata lottando contro l'istinto di piantargliela nello stomaco con pachidermica dolcezza. 
"Dai, porta pazienza, almeno così lo stipendio lo prendi..." 
Vero, oppure posso vendere te su E-Bay. 
 E mi guarda con aria compassionevole le maniche della maglietta, distogliendo lo sguardo quando la imito nel tentativo di capire se ho un sorcio che mi cammina sul braccio. Indosso una maglietta di quelle con le maniche lunghissime, che hanno il foro per infilare il pollice, avete presente? Sono una mano santa per me, che ho le mani perennemente fredde. Ma lei deve aver pensato che il sorcio immaginario che se la passeggiava sul mio avambraccio mi avesse rosicchiato la maglietta, tanto era sconcertata. E meno male che siamo del settore. 
Me ne sono stata tutto il giorno a girarmi come una cogliona ogni volta che la porta dell'ufficio del RagionierMer(d)aviglia si apriva, cercando di creare un eloquente contatto visivo affinché si decidesse a chiamarmi per farmi firmare questo fantomatico contratto, ma non ho bisogno di dirvi che me ne sono tornata a casa a mani vuote, ve l'immaginavate già. In compenso però pare vogliano chiudere tutto il mese di dicembre, così starò lavorando a mesi alterni da luglio, il che è tragicomico. 
Non ci metterò molto, temo, a farvi un appello chiedendovi di farmi lavorare. 
Che poi faccio tutto eh, pulisco, cucino, curo i vostri bambini e animali domestici, vi vesto, vi trucco, litigo con i vostri vicini al posto vostro, scaccio i promoter che suonano alla porta e vi faccio anche la revisione della macchina. 
Mica mi direte che non è sufficiente..?
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