martedì 25 ottobre 2011

Uno shopping di ordinaria follia

Non so perché quando sono a casa frequento così poco il blog, pur avendone il tempo, ed invece quando sono in ufficio, oberata di lavoro, penso che come avrò 10 minuti liberi posterò qualcosa/andrò a leggiucchiare i miei amici bloggerS. Questa cosa è sempre stata un mistero... Va beh, colgo la palla al balzo, adagio il mio piccolo netbook rosa sulle ginocchia, faccio partire una playlist, che più che una raccolta musicale è un gran casino (forte ascoltare canzoni natalizie già ora! Lo organizziamo un Christmas Giveaway?), e metto insieme un paio di idee. Sotto invito del Topo, vi racconto di una giornata di sciopping estremo e violento (sì lo so che è shopping, ma oggi mi gira cosi). Premesso che non sono solita dedicarmi a tale pratica, non per tanto, giusto perché parto con l'idea di comprare una cosa che mi-piace-barra-mi-serve e finisce che prendo l'impossibile, ed al momento di pagare mi cimento nel tiro-al-bancomat con la cassiera, tanto sono restìa a mollarglielo. Epperò c'è questo piccolo Sorcio che ha uno spiccato senso del sacrificio ed a quanto pare ama viziarmi. Sono due anni che il Topo mi conosce e tre che gli rompo l'anima perché vorrei un giubbino di pelle. Io che sono tutta cappotti e cappottini. Ci ho provato a fregargli uno dei suoi, che adoro, ma sfiga vuole che essendo di taglio maschile mi faccia sembrare uno di quei giocatori di football con gli spalloni sotto la casacca che si vedono nei film americani. Il che è un peccato, perché con quei diciotto centimetri di maniche in più che mi avanzavano potevo schiaffeggiare i passanti per la strada. Vabbè, due sabati fa decidiamo di fare un giro di ricognizione per una serie di negozi, al fine di regalarmelo e farmelo finalmente portare a casa (da interpretarsi "Così avanzi di essiccarmi verbalmente i testicoli"). Avevo in mente un negozio preciso, dove sapevo che c'era il 20% di sconto su tutte le giacche. Non ne avevano. Avevo in mente un negozietto proprio carino e fornitissimo, che sicuramente avrebbe avuto qualcosa che mi piaceva. L'hanno chiuso. Avevo in mente un negozio dove solitamente trovo sempre qualcosa che mi piace. Le avevano! Però verdi, e fatte tipo trench. Col vaccamiseria a portata di labbra, sono andata, sotto invito del Topo, a vedere in un altro negozio, mai visto prima. E c'erano! Fatte come piaceva a me! Fila in camerino a provarla. Infilo una manica... infilo la seconda... oooh, com'è carina!... chiudo la zip, frrrr... rr. Cazzo le tette. La zip si è fermata giusto sotto. "Beh ma puoi portarla così, chiusa solo sotto", il suggerimento del mio moroso. Facciamo che ancheno. Con un piccolo sforzo, riesco a tirarla su, e le tette mi si piallano e partono in direzione del mio mento. Mi giro di profilo e scopro di essere passata da una quarta a una mezza. Che l'ho lasciata allegramente lì ve lo devo dire? Piuttosto sconfortata, penso a dove potremmo trovarne. Non essendo nella mia zona, non sono molto pratica di questi posti (tralasciamo che eravamo dove sono nata e cresciuta). Toh, stiamo passando davanti a questo grandissimo negozio dove so che vendono capi firmati a cui tolgono il marchio, e di conseguenza applicano sconti davvero considerevoli. Che ci facciamo un giro? Sì, però dobbiamo parcheggiare davanti al negozio di scarpe perché nel parcheggio del negozio non c'è un buco, e la parcheggiatrice nera (sia per il colore sia per l'avanzamento dell'incacchiatura) mi intimorisce alquanto. Una volta dentro, punto subito lo stand che mi interessa, e ricomincia la solfa. "Questa non mi piace." "No, col colletto così non se ne parla nemmeno." "No, questa no, la voglio nera." "Sìì, bella questa! La taglia c'è? No? Ah ecco." - Ditelo, lo so che lo volete dire: che due coglioni! - Ci stavo proprio dando su (espressione dialettale che indica una rinuncia conseguente ad un energico giramento di balle), quando ne ho trovato una appesa lì, solitaria. Non la guardo nemmeno, la infilo subito, e mi va proprio di culo. Il Topo se la carica in spalla e decidiamo di fare un giro per il negozio, già che siamo lì. Guardo vestiti, gonne, scarpe... faccio la scema trasformandomi nella sosia più bassa e più larga di Audrey Hepburn infilandomi un vestitino che sono sicurissima di averle visto in un film. Poi rincorro una signora che ha sottobraccio un vestito davvero carino, pedinandola finché non lo ripone nello stand chiedendo alla commessa se non sia disponibile una taglia in più. Quando faccio per andarlo a recuperare, una mano alle mie spalle lo afferra come la lingua di un rospo acchiappa una mosca (grazie al Topo per quest'immagine). In quel negozio è così. C'è un vestito. Uno. Quel colore, quella taglia. Se ti va bene, bene, se no cazzi tuoi, ne cerchi uno diverso. Ed è quello che faccio io. Ne trovo uno molto gran soirée, che vglio provare giusto per rompere l'anima a qualcuno che magari l'aveva adocchiato. Nel frattempo il Topo, che ormai ha occhi anche per me, vede un vestito tutto stampato, bianco, nero e fuxia, che una ragazza sta riportando allo stand. Non fa in tempo ad avvicinarsi, che un'altra lingua di rospo se ne impossessa. Io nel frattempo sto provando un abito che ho trovato nel camerino, che guardacaso è della mia misura, e che mi fa pisciare dal ridere appena lo vedo. Lo infilo, una cosa tipo dea greca, senza maniche, con le spalle arricciate, una scollatura a V che arriva nei pressi dell'ombelico, di una linea che fascia dall'inizio alla fine, cosa che addosso a me odio. Porcamiseria, quando me lo vedo addosso non me lo leverei più. Apro la tenda per mostrarlo al Topo, e con una serie di sapienti sguardi, senza che io dica niente mi propone lui stesso di comprarmelo. Chiudo, faccio per toglierlo tutta soddisfatta, ma sento il Topo che arriva porgendomi altri vestiti, nello specifico quello stampato tanto conteso e un obbrobrio irriducibile. "Cosa mi porti quell'albero di Natale lì, mica lo provo veh!" "Sssshhhhht, l'ho preso per coprire l'altro, perché non lo vedessero!" Ah. Lo provo, glielo faccio vedere, e lo ama immediatamente, al punto che decreta che porteremo via anche quello, che già se lo immagina con scarpe ed accessori giusti. Vabbé. Decido di provare anche l'albero di Natale, e consegno al moroso felice i due vestiti. Sono lì che me la prendo comoda, e lui inizia ad intimarmi di fare in fretta. Sussurra: "Fai presto che qui ci sono due che mi guardano male..." "Cazzo vogliono scusa? Ci sono ottantatré camerini liberi qui a fianco." "Una è la prima che ha portato giù il vestito stampato, l'altra l'ha riposto quando poi l'ho preso io, ma c'era la prima che lo voleva riprendere" E vedo ste due, a braccia conserte, davanti al mio camerino, che attendono con aria seccata, guardandomi storte e lanciandomi iella e malocchio. Scoprirò poi che c'era anche una bimba peteffia, figlia di una delle due, che ha tirato la gonna alla mamma quando ha visto il vestito varcare la tenda del camerino. Mi rivesto, esco, e concludiamo il giro del negozio col Topo che si porta fiero in spalla il bottino, bene in vista, tipo sacco di Babbo Natale (oh, oggi ce l'ho proprio con l'argomento), consapevole di essere tampinato da una delle due contendenti, che in tutta simpatia abbiamo soprannominato Lo Squalo, sentendo la celeberrima musichetta ogni qualvolta si avvicinava a noi, girandoci intorno. Alle casse, di fianco a noi, MammaRospo con bimba peteffia, che ancora una volta le tira la gonna alla vista del vestito, scatenando le ire della genitrice. Consegniamo la merce ad una cassiera, che inizia a togliere i vari antitaccheggio, e la cassiera a fianco, anche lei in mood lingua di rospo, afferra il vestito da porno-dea, e con gli occhi sgranati, lo solleva, e lo guarda dall'alto in basso. Toglie quel che deve togliere, fa per ripassarlo alla collega, lo riprende, lo risolleva, e lo riosserva, su-giù-giù-su, con occhio famelico. Finalmente usciamo, e ci avviamo al parcheggio del negozio di scarpe. Guarda te, gli unici coglioni che hanno parcheggiato un chilometro più in là... Non finisco di formulare questo pensiero, che il Topo scoppia a ridere. Una risata grassa, di pancia, piena e corposa, oltre che interminabile. Di quelle da lacrimoni. Penso si sia rincretinito, o stia ripensando alle peripezie fatte o allo Squalo. Solo una volta salita in macchina mi spiegherà che ha incrociato in quel parcheggio lo sguardo di MammaRospo, che riconosciutolo, ha voltato la testa indignata, e mi indicherà una Lancia Delta che sta girando attorno a noi, contromano, con a bordo MammaRospo e figlioletta, piuttosto rancorose e con le balle piene di vedere noi e quel vestito, che, detto tra noi, poteva tenersi in mano fin da subito, anziché far fuoriuscire nuvole di fumo dalle narici. Sarebbe cosa gradita, nonché di molta consolazione, sapere che certe cose non capitano solo a me.

12 commenti:

Unknown ha detto...

Le donne e lo shopping!!!! c'è ne è da scrivere!!! Pri ti volevo informare che sono anche qui! In una nuova veste :D
http://dallericettemedicheaquelleincucina.blogspot.com/

Marianna ha detto...

ahahaha mi sono stancata solo a leggere immagina a seguirti aahajaja!!!Però il vestito io non l'avrei mai mollato hai fatto STRABENE PRI!!!
GRANDEEEEEEEEEEEE!
p.s. BEN TORNATA e non ci abbandonare così però non vale sai!!!

secondo binario ha detto...

Mmmmmmmm ma lo shpping non serve a rilassare??? :)

Dani :) ha detto...

per fortuna non lo trovo solo io stressante lo shopping...credevo di essere una donnina anomala! :) La cosa che in assoluto odio di più dello shopping sono le commesse ma tu non le hai nominate...non è che anche tu sei allergica?!?

R. ha detto...

"Christmas Giveaway"??? ah ah seeeeeeeeee... :P

Damiano Toppi ha detto...

3 parole in 1.... OMMIODDIOOOOOO!!!!
io avrei ammazzato qualcuno dopo un quarto d'ora così!!
ma come mai a voi donne piace tanto stressarvi come pazze in questo modo??? e-bay non vi piace?? :)

Ladybug ha detto...

Succede anche a me di scrivere meno da casa! Si vede che l'ambiente lavorativo stimola l'ispirazione! :D

GIO - PRONTO AL PEGGIO ha detto...

ho immaginato quasi tutto, tranne la musichetta dello squalo che stento a ricordare.. uff come faceva???? non voglio cedere..non voglio cercare in google..uff

Anonimo ha detto...

Almeno nello shopping mi sento un uomo, nel senso che sono piuttosto sbrigativo.
Di solito funziona che vedo una cosa di mio gradimento in una vetrina ed entro.
"Buongiorno, posso..."
"Voglio quello - dico indicando la vetrina - taglia X"
"Ah si è un ultimo arrivo, molto bello. Ecco lo può provare nel..."
"No non lo provo, grazie"
Pago, saluto, per non essere troppo cafone, e me ne vado.
Poi, arrivato a casa, lo provo, mi va stretto ed inizio la dieta...

collezione hogan ha detto...

Grazie mille per questo blog! Le informazioni che ho trovato qui è stato molto utile per me.

Casale Versa ha detto...

Ciao tessorro! Spettacolo di post.. se dovessimo andare a fare shopping insieme credo che dopo dieci minuti impazziremmo.. due uguali non quagliano =D.. un bacione! Vally

giardigno65 ha detto...

altro che shopping curativo !