martedì 26 luglio 2011

Invito a cena con delitto (solo immaginato, purtroppo)

Allora, coi piedi doloranti ci incamminiamo di nuovo verso il centro del paese.
Cioè, il mio moroso si incammina verso il centro del paese, io parto dritta nella direzione opposta, forte del mio formidabile senso dell'orientamento.
Mi rinfresco bevendo una freschissima ed interminabile sorsata d'acqua da una fontanella, e quando mi accorgo dei ciclisti ansimanti e sudaticci che attendono spazientiti il loro turno, mi sposto.
Oggi i ciclisti mi stanno sulle balle.
Cerco di ridarmi il buonumore osservando i cigni nell'acqua. Il Topo mi insegna a distinguere maschi, femmine e cuccioli. Osservo un bel maschione intento a cibarsi di succulente alghe, zampettando leggiadro sott'acqua, e facendo uscire una cosa allungata e marrone-nerastra dal didietro.
È ormai ora di cena, ed iniziamo a domandarci il da farsi.
Mangiamo qui? Ceniamo a casa? Cifacciamounaperitivoeceniamodaqualchepartesullastradadelritorno?
Normalmente, sull'aperitivo avrei ceduto. Cioè, io sono una che se può fa dell'aperitivo la sua cena, se posso piluccare anziché mangiare seriamente, sono solo contenta. Se poi scorre alcool, sono qui a braccia aperte!
Certo però che quella scarpinata m'ha tolto completamente la fame (o magari è colpa del cigno?). Senza contare che me ne sto in gonna di jeans, canotta bianca (carinissima, per carità) ed infradito, non è che sono in quella che definisco una tenuta ideale per cenare in uno di questi ristoranti.
Difatti, ci incamminiamo verso il parcheggio.
Arrivati quasi in fondo al paese, vediamo questa serie di tavoli apparecchiati immersi tra gli alberi, tutti vicini tra loro ed illuminati da lumi appesi ai rami. Sedute, famiglie, bambini ululanti, coppie di adolescenti semi-nude, mi pare anche l'orso di peluche di poco prima. Insomma, un'atmosfera che mi fa tanto bettola e mi rilassa.
Un'occhiata al menu aperto all'ingresso, "AAAH! Locanda! Eh beh! Qui l'ambiente non è ingessato come nei ristoranti di prima!", e ci si appropinqua ad un cameriere a caso per farci assegnare un tavolo. Non mi è ben chiaro perché in un ambiente come questo siano tutti in tiro con l'uniforme, il panciotto... non sarebbe più consono un bel grembiule cerato integrale?
I tavoli fuori sono tutti prenotati, ma il ragazzo si offre di mostrarci la saletta interna della Locanda, se può essere di nostro gradimento.
"Sè... sarà come mangiare al bar sport, che chiccheria." , e già mi immagino i vecchietti col bicchiere di bianco e il fiato di Clinto.
Dall'atrio, dove ci dà il benvenuto la signora della pubblicità del Rio Casamia alla cassa, ci spostiamo verso una sala, che poco a poco metto a fuoco: soffitti in legno con travi a vista, pavimento in parquet lucidissimo (la signora del Rio Casamia deve aver appena finito), dipinti giganti alle pareti, piccoli tavoli coperti da candide tovaglie, candelabri.
"Dove preferiscono i signori, qui, qui, qui, o là, là, là".
"Tesoro, dove ti piace di più!" mi aiuta il Topo.
"Sììì... ehm... laggiù in fondo in fondissimo, quel tavolo incastrato dietro a quell'altro, nascosto dietro la porta aperta, si può?"
"Prego, dove desidera".
Mi avvio risoluta e a mento alto verso il fondo della sala, il cameriere talmente vicino che sento il suo respiro scompigliarmi i capelli come un refolo di bora.
Oddio, deve dirmi qualcosa?
Mi giro, fermandomi, lui s'arresta di colpo. Lo guardo, lui ricambia e sorride, ma non dice niente.
Riprendiamo a camminare. Lui avanza, mi viene di fianco, io mi fermo, lui anche, lo guardo, lui sorride.
Con una falcata che manco Kate Moss, raggiungo il tavolo, ma lui mi ha già sorpassata. Lo fisso con occhi sgranati e cerco di comunicargli minacce telepatiche "Se mi scosti la sedia ti otturo una narice col papillon". La sedia la lascia stare, ma chiude la porta che nasconde parzialmente, e comunque quanto basta, il tavolo. Preceduto da un sonoro PUFF! e sbroffi di fumo, riappare (manco m'ero accorta che era andato) consegnandoci i menu. Il mio senza prezzi.
Scruto le persone sedute nella sala: uomini vestiti di tutto punto, il massimo dello sportivo concesso è una polo di Ralph Lauren, accompagnati da impeccabili signore, con addosso tutti i gioielli buoni e, per non sfigurare, anche un lampadario e l'argenteria. Conversano di politica, di malasanità, di lavoro, bevendo vini israeliani e gustando insalata di pescegatto di Norvegia tiepido marinato alle erbe e agrumi in mllefoglie di pane e asparagi canditi. 'Na pesca sciroppata ripiena di tonno no?
Optiamo entrambi per fettuccine ai porcini, con un mezzo di vino della casa (che vi giuroera la cosa più squisita che abbia mai bevuto in vita mia!), e basta. Il cameriere fa il gentile, ma sotto sotto lo vedo che è schifato da sti due pezzenti che ordinano un piatto di pasta e stop. Ma io già puntavo la torta al formaggio.
Ci serve, ed io già so che farò casino. Non la devo prendere la pasta lunga quando sono in mezzo alla gente.
Per farla breve, quando il Topo ha già bello che ripulito il piatto, io sono ancora lì che cerco di arrotolare elegantemente le fettuccine sulla forchetta, facendo in modo che non venga fuori una mappazza di pasta che per ingoiarla devo mostrare ai commensali l'intestino crasso dall'apertura della mia bocca.
Nel corso della (brevissima) cena, ho uno scambio di occhiate tutt'altro che simpatiche con una signora intenta a tagliare un quarto di bue, seduta alle mie ore 23. E mi prudevano un po' le mani (e la lingua).
Anche qui, non so quanto ho brontolato per non essermi portata un cambio in vista della cena.
Ordinato e trangugiato furtivamente il dolce, senza attendere che sparecchino, ci alziamo e procediamo al trotto verso la signora del Rio Casamia, per lasciarle il contenuto di metà portafogli del Topo, fulminare il cameriere accorso per accertarsi che volessimo andare senza bere un caffè, ed uscire di fretta da lì.
Alla faccia della locanda. Locanda e Pri-versione-sfatta-spettinata-con-gli-occhi-da-panda mi sembravano andare d'accordo.
Sarebbe stato meglio trovare i vecchi ubriachi, e magari qualche camionista arrapato. Di certo, non avrebbero risvegliato il serial killer dormiente che è in me.
Achtung.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

in effetti le locande che da fuori sembrano "rustiche" spesso poi nascondono la sorpresa...e alla fine, quando hai pagato..hai una sensazione come che ti abbiano sodomizzato con un bottiglione magnum di champagne.

consiglio:
la prossima volta scegli la Valtaro... ;-)

Dani :) ha detto...

Eh si..L'antica locanda, ovvero il ristorante più costoso di borghetto....eh che cavolo avete sbagliato proprio tutto!....spero non vi dicano mai che a due passi c'è una tigelleria dove con il prezzo di una pizza di riempi come un bue di tigelle...ops l'ho detto :)

Anonimo ha detto...

Questa si chiama sfiga! =)

Damiano Toppi ha detto...

e non è una figata????
scusa ma non hai visto "blues brothers"???? è troppo figo essere sdrogi in un posto per persone "raffinate" :D

GIO - PRONTO AL PEGGIO ha detto...

eh eh eh ho presente... mai fidarsi del di fuori, sopratutto trattandosi di ristoranti... comunque non sentivo la parola appropinqua da anni, è bello sapere che ci sono persone come te che le usano ancora, almeno è andata bene con il vino.. il tuo topo mi sta simpatico :-)

M. ha detto...

tu sei fenomenale! non so perchè ma mi ricordi il telefilm una mamma per amica, con lorelai che ne combinava di ogni! però non è malaccio farsi riconoscere in mezzo a gente così "sofisticata" meglio distinguersi dalla mappa, no?! ;D
M.

M. ha detto...

volevo dire dalla massa, non ti avevo preso per un paesino in una mappa geografica ovviamente xD

Pri ha detto...

Hai ragione CUNNY... ti giuro che fuori era tutta un'altra vita!! Vattelo ad immaginare... o_O

DANIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII, mi stai dando un dolore atroce!!! x'O
Ma che mi venisse del bene!!
Ok, mi hai consigliato la gelateria, la tigelleria, e per l'aperitivo cosa scelgo? :D

ALI, hai centrato. :)

DAM, ahahahah! xD Oddio, l'idea era quella pressapoco... :D Che poi non mi sono soffermata su com'era abbigliato il mio accompagnatore! :D Indubbiamente è stata un'esperienza! ;)

GIO, ma come non la sentivi? Ce l'ho per vizio l'utilizzo di quel termine! :)
Mmmmhh, il vinooo... non avessi dovuto guidare poi fino a casa, altro che mezzo litro in 2!!
Il Topo è un pazzoide, e me ne assumo la responsabilità all'80%. :D

Ahahah! Tranquilla M., avevo capito! :D Eh, se non altro abbiamo una vita movimentata e mai monotona... :D

secondo binario ha detto...

Classico Pri...succede a tutti almeno una volta nella vita!la prossima volta sapete dove non andare...

Marianna ha detto...

E già a me è successo a Viterbo,un 20mila stelle con l'insegna trattoria! abbiamo mangiato benissimo ma mai più io preferisco le vere trattorie! baci "camionista"

Dado ha detto...

Tu sei fantastica.
"Ti otturo una narice con il papillon" ... Giuro che non ho smesso iù di ridere.
In ogni caso, mai fidarsi delle Locande, forse era meglio il ristorante!

GIO - PRONTO AL PEGGIO ha detto...

qui si parte amica mia..ci si vede alla prossima minciomarcia